Alla luce del deludente avvio di stagione la notizia era nell’aria, ma ciò nonostante ha scosso la Lega come un lampo nella notte: Anthony Davis ha chiesto ufficialmente di essere scambiato in maniera tale da poter competere per il titolo.
Con i Pelicans a 5 vittorie dalla zona play-off “Unibrow” è uscito allo scoperto con società e compagni accelerando un processo che sarebbe stato difficilmente evitabile a fine stagione. Il contratto del centro di NOLA è infatto in scadenza nel 2020 con una player option che difficilmente eserciterà per il 2021, per cui col passare del tempo si ingigantisce il rischio che i pellicani possano perderlo per nulla.
Il front office di qualsiasi contender o pretender al titolo NBA si sta scatenando in queste ore per preparare l’assalto alla diligenzasperando di accaparrarsi uno dei 3 migliori giocatori della stagione 2018-19 (al ballottaggio con Harden e Antetokounmpo)strappandolo alla franchigia della Louisiana con un’offerta allettante.
E’ partita ufficialmente quella che negli US definiscono la “Anthony Davis’s sweepstake”, che potremmo liberamente tradurre con “la lotteria del Monociglio”.
Nei prossimi articoli resteremo sintonizzati sui rumors di mercato mappando le principali candidate a condurre in porto un’operazione che riscriverà la geografia della lega NBA, ma oggi spieghiamo perché questo timing risulta infausto per uno dei principali “suitors” del formidabile lungo dei Pelicans, parliamo dei Boston Celtics.
Non è un mistero che in Massachussets siano dei grandi estimatori di AD, è l’ipotesi di trade è tutt’altro che infondata vista la quantità di assets in mano ai biancoverdi, considerati da molti come la principale minaccia allo strapotere dei Golden State Warriors. Danny Ainge possiede molte pedine da giocare in questa complessa partita a scacchi, ma l’escalation degli eventi non gioca a suo favore. Per capire il perché dobbiamo fare un piccolo passo indietro, un passo lungo 8 anni.
Nel 2011 viene introdotta una nuova regola che permette alle franchigie di firmare un’estensione contrattuale ai propri Rookie che soddisfano determinati parametri, chiamata originariamente "5th Year 30% Max Criteria” e successivamente ribattezzata come “Rose Rule” in onore del primo Rookie che ebbe la fortuna e l’onore di beneficiarne.
Quali sono questi “parametri” necessari?
Negli anni sono stati rivisti e modificati, l’ultima edizione risale al CBA (collective bargaining agreement) del 2017.
Il giocatore al termine dei suoi 4 anni deve rispettare almeno una delle 3 condizioni:
- essere stato selezionato in uno dei 3 All-NBA Team (First, Second or Third) per almeno 2 anni tra il suo secondo e quarto anno di NBA
- essere stato selezionato come “Difensive Player of the Year” nel suo 4° anno, oppure in almeno 2 anni tra il suo secondo e quarto anno di NBA
- essere stato selezionato come MVP della Stagione almeno 1 volta tra il suo secondo e quarto anno di NBA
Solo 4 giocatori hanno meritato il privilegio di firmare questo tipo di contratto, oltre al già citato Derrick Rose ci sono Blake Griffin, Paul George e Karl-Anthony Towns
Questi giocatori hanno firmato un contratto in cui il loro stipendio occupa il 30% del monte Salariale per una durata di 5 anni, rispetto al 25% complessivo previsto come massimale per coloro che non rientrano nei parametri citati, come per esempio Anthony Davis e Kyrie Irving.
Questi giocatori, sia quelli con contratto 5 anni al 30% del monte salari, che quelli con 5 anni al 25% vengono chiamati DesignatedPlayers.
Ma cosa centra questa regola con la Trade Davis-Celtics?
Una franchigia NON può acquisire tramite trade 2 DesignatedPlayers, mentre può averne 2 a Roster a patto che sia stata la franchigia stessa a far firmare quel contratto ad un proprio giocatore.
Kyrie Irving è arrivato in Massachusetts usufruendo dello status di “designated player” assegnatogli dai Cavs, e questo impedisce ai Celtics di intavolare una trattativa con i Pelicans per arrivare a Davis entro la prossima Deadline, a meno che lo stesso Irving non sia inserito come controparte nella trade stessa in modo da rispettare la "Rose Rule”.
Irving è oggi l’uomo-franchigia, il clutch player e idolo del Garden, sicchè uno scenario siffatto risulta alquanto improbabile.
Per quanto Uncle Drew sia in scadenza di contratto a fine stagione e quindi FA, la talentuosa point guard dall’impareggiabile ballhandling e le rivedibili convinzioni astronomiche (cough…cough…terra piatta…) ha giurato amore eterno a Boston lasciando presagire una probabile riconferma.
Brutta tegola dunque per i Celtics che rischiano di rimanere esclusi dalla prestigiosa “lotteria del Monociglio” solo perché l’estrazione del superpremio è stata anticipata di qualche mese.
Riusciranno le altre contendenti, capeggiate dai Lakers, ad accaparrarsi il jackpot, o sarà tutto rinviato alla torrida estate 2019?
Lo scopriremo entro 2 settimane, nel frattempo…stay tuned!
Testo a cura di -Daniele Scapinello-
Indroduzione a cura di -Schizoid Zen-
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