Abbiamo analizzato l’andamento dei Boston Celtics nell’ultimo decennio cercando di correlare il numero totale di vittorie con i principali cambiamenti nel roster ed altri eventi a contorno.
Punto di partenza della nostra analisi è l’annata 2007-2008, stagione molto speciale per la Celtics Nation:
- in estate vengono acquisiti Kevin Garnett e Ray Allen che vanno ad un unirsi alla bandiera Paul Pierce per formare i “big Three”, un terzetto di superveterani (96 anni in 3) che uniscono le loro forze per andare a caccia del loro primo titolo
- primo posto conseguito in regular season con un record di 66 vittorie successivo titolo
- cavalcata playoff culminata con la vittoria della Eastern Conference e successiva vittoria nella finale contro i Lakers, revival dei gloriosi anni ’80 a 21 anni di distanza dall’ultima finale Celtics vs Lakers
C’è da aggiungere che il titolo non è solo merito dei “big Three” perché i playoff affermano l’ascesa del point guard Rajon Rondo tanto da far parlare molti di “big 4”. Il quinto elemento dello starting five è il centro Kendrick Perkins, poco dotato tecnicamente ma gran combattente sotto le plance e apprezzabile difensore contro centri dominanti (leggasi Shaq e Duncan che avevano fatto incetta di trofei negli anni precedenti).
L’onda dei big Three continua a garantire livelli di eccellenza nella stagione successiva, ma i primi segni di inevitabile declino si affacciano alla finestra. L’annata 2008-2009 si chiude con 62 vittorie, solo 4 in meno della stagione precedente, ma con l’esclusione dalle Finals per mano degli emergenti Orlando Magic di Howard.
Il trend al ribasso si manifesta invece in maniera molto più marcata nella stagione 2009-10, anno in cui le vittorie finali in RS scendono a 50, sebbene invece il cammino nei playoff si concluda con l’inattesa vittoria della Eastern Conference ai danni proprio degli Orlando Magic, salvo poi capitolare dinanzi ai Lakers di Kobe e Gasol.
Nel 2010-11 il nucleo dei big 3+1 resta intatto, mentre nella posizione di centro c’è un upgrade con l’innesto di Shaq al centro (anche se la maggior parte dei minuti da 5 è ad appannaggio di Glen Davis) e la conseguente cessione di Perkins ai Thunder. Moderata risalita a 56 vittorie ma playoff chiusi al secondo turno contro gli Heat.
Abbiamo cercato di scavare maggiormente nelle statistiche individuali per individuare il principale motore del trend negativo dei Celtics post-titolo 2008, diagrammando la efficienza di ciascun componente dei big 3(+1) nel quadriennio 2008-2011. E’ curioso notare come l’efficienza dei 3 veterani segua più o meno fedelmente l’andamento delle vittorie, mentre quella di Rajon Rondo mostri un comportamento esattamente inverso.
Per dare un’espressione matematica alle correlazioni osservate qualitativamente abbiamo calcolato il coefficiente di correlazione Pearson tra l’efficienza di Pierce, Allen, Garnett e Rondo, rispetto al numero di vittorie di squadra. Per i meno avvezzi al calcolo statistico ricordiamo che il coefficiente Pearson può variare da -1 (correlazione completamente speculare) a +1 (correlazione totale). I risultati forniscono un verdetto molto forte:
- Allen 0,68
- Pierce 0,77
- Garnett 0,91
- Rondo -0,86
- Big three (cumulati) 0,96
Possiamo concludere che le prestazioni di Kevin Garnett siano state la principale cartina di tornasole dell’andamento dei Celtics del quadriennio 2008-11, che un contributo evidente seppure chiaramente più debole sia stato fornito dalle prestazioni di Pierce e Allen, mentre l’ascesa statistica di Rondo è fortemente speculare al declino dei risultati di squadra.
La successiva stagione 2011-12 è caratterizzata dal lockout che ha accorciato la regular season di 16 partite. Chiuso l’esperimento Shaq i Celtics spostano Garnett al 5 e lanciano Brandon Bass in quintetto alla 4. Ray Allen manca 20 partite per infortunio, sostituito da Bradley, ma comincia a diventare chiaro che non è più possibile puntare al titolo contando su un terzetto di campioni la cui età media è di 35 anni. Si chiude con un record di 39-27, che estrapolato ad 82 partite equivarrebbe a 48 vittorie. Buon risultato per galleggiare nei PO ma non per eccellere come la tradizione Celtics richiede.
L’anno successivo Ray Allen lascia i C’s per andare a caccia del suo secondo anello alla corte dei Miami Heat dei nuovi big 3 Lebron/Wade/Bosh. Le vittorie scendono a 41 e la ricostruzione è inevitabile.
Pierce e Garnett vengono scambiati agli ambiziosi New Jersey Nets e si dà il via ufficialmente al rebuilding. Promossi in quintetto J.Green e Sullinger, ma le 25 W sono un buon viatico per la lottery, assieme al ricco bottino di scelte lucrate dalla trade con i Nets.
Nel 2014-15 viene completato il processo di ristrutturazione del roster con la cessione dell’ultimo superstite della squadra campione nel 2008: Rondo viene “tradato” a Dallas e le chiavi della regia vengono affidate al ventenne mastino difensivo Marcus Smart. Il quintetto base vede altri 2 cambi: fuori Bass e Green, dentro Zeller e Crowder. Dopo solo un anno di purgatorio Boston è già in grado di riannusare i PO chiudendo la stagione a 40 W.
Nel 2015-16 Isaiah Thomas, giunto a Boston l’anno precedente dopo il folle esperimento dei 3 point guard dei Phoenix Suns, conquista il posto in quintetto ai danni di Smart che entra dalla panca. Altro cambio in quintetto è Amir Johnson al posto di Zeller. L’attacco guadagna una potente bocca da fuoco e le vittorie salgono a 48.
I Celtics sono tornati rapidamente ad essere una destinazione allettante per big player con ambizioni di titolo. Nel 2016 arriva Horford da Atlanta e si conferma un trend positivo che confluisce nelle 53 W di RS. Mancano pochi tasselli per costruire una squadra da titolo e Danny Ainge non ha fretta e accumula asset preziosi per un florido futuro.
Lo starting 5 del 2016-17 presenta un quasi totale turnaround. Resta al suo posto solo Al Horford mentre gli altri 4 titolari sono:
PG Irving (trade con Cavs)
SG J.Brown (sophomore)
SF Tatum (rookie)
PF Hayward (free agent da Utah)
Boston intende giocare 3 swingman totalmente intercambiabili ed un centro eclettico ed in grado di colpire dalla distana, ma purtroppo la sfortuna si abbatte sui biancoverdi e Gordon Hayward si infortuna dopo pochi minuti di gioco al suo esordio Celtics, mentre Irving si infortuna a fine stagione perdendo una ventina di partite e gli interi PO. L’annata però è tutt’altro che da buttare, con un Tatum stupefacente e grandi progressivi di J.Brown attestatosi come un ottimo “2 ways” player. Dalla panchina guadagnano molti minuti Smart, Marcus Morris (pregevole contributo difensivo anche da parte sua) e il muscolare australiano Baynes.
Sono 55 vittorie e una marcia playoff emozionantissima interrotta solo dalla G7 contro un immenso Lebron.
Previsioni 2018-19
La prossima stagione si riparte dal progetto dell’anno precedente ma con un Hayward in più e un Irving a pieno servizio tutto l’anno, oltre agli attesi ulteriori progressi dei giovanissimi Tatum e Brown. Facile prevedere un ulteriore incremento di vittorie, con la possibilità di avvicinarsi alla prestigiosa soglia delle 60 W che porrebbero i Celtics in prima linea per la conquista del seed n.1 ad Est, probabilmente conteso da Toronto e Phila. Stay tuned…
-Schizoid Zen-
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