Buona la prima! (...e anche la seconda)
"Buona la prima!"
Su un set cinematografico questa esclamazione entusiastica consente di saltare alla ripresa successiva senza dover provare nuovamente la scena, ma sui campi di basket occorrono maggiori conferme.
Nel caso dei Cleveland Cavs "new look" possiamo dire "buona la prima!" contro Boston, ma anche "buona la seconda!" contro Oklahoma.
Sebbene ci si aspettasse i Cavs protagonisti principali del mercato delle trade, il grande nome atteso alla vigilia (primo indiziato DeAndre Jordan) non è arrivato, ma in compenso il GM Koby Altman ha concertato una sequenza di trade in cascata attraverso le quali la compagine dell'Ohio è riuscita a trasformare profondamente la fisionomia della squadra con risultati sinora promettenti, seppur su piccola scala.
L'innesto dei tre 25enni Clarkson, Nance e Hood ha contribuito a ringiovanire la squadra che era diventata una delle più "vecchie" della lega, mentre Hill porta con sè una considerevole esperienza di playoff maturata principalmente nell'estremamente funzionale sistema Spurs.
L'esperimento che si profila agli occhi degli appassionati di NBA è decisamente intrigante.
Aver ceduto un potenziale beniamino delle folle quale #Isaiah Thomas dopo meno di 15 partite in maglia Cavs e senza ricevere in cambio un All Star, poteva sembrare una mossa azzardata o semplicemente disperata, invece i primi riscontri svelano punti di vista inattesi.
Isaiah non si è mai integrato nello spogliatoio Cavs dove i compagni lamentavano il suo carattere umorale e i suoi modi arroganti, accompagnati ad una scarsa predisposizione all'autocritica.
Anche i numeri gridavano a gran voce che l'esperimento Thomas si stava rivelando fallimentare. Con Isaiah in campo Cleveland segnava 25 punti in meno per 100 possessi rispetto a quanto faceva con Irving, ed anche il plus minus net rating suonava inclemente.
Le "ball dominant" point guard non si adattano alla necessità di garantire a Lebron una cospicua funzione di playmaking, e a peggiorare le cose era la totale permeabilità difensiva innescata dalla guardia tascabile sistematicamente messa sotto dai più fisici pariruolo avversari.
Di fatto George #Hlll rappresenta già un upgrade tecnico rispetto all'Isaiah visto in maglia Cavs. ll 45% da 3 la dice lunga sulla funzione di "apriscatole" per permettere a Lebron di avere più spazio per le sue incursioni in area, mentre Thomas con il suo 27% istigava le difese avversarie alla pratica del "battesimo". Ancor più cospicuo è il miglioramento nella fase difensiva, dove Hill con la sua fisicità e determinazione contribuisce a dare maggiore rispettabilità ad una difesa che nei primi mesi si è attestata fra le peggiori di tutta la lega.
Con l'acquisto di #Clarkson coach Lue risolve completamente le lacune sinora palesate in cabina di regia. Clarkson può garantire punti istantanei e ritmo sostenuto dalla panchina, rimpiazzando Hill e permettendo anche alle seconde linee di mantenere una forte pericolosità offensiva anche quando Lebron deve rifiatare.
La convivenza con Lebron potrebbe necessitare di aggiustamenti, visto che Clarkson necessità di avere spesso la palla in mano ed è abitutato ad un elevatissimo usage rate garantitogli sinora dai Lakers.
Un motivo in più per far partire la giovane guardia dalla panchina come arma tattica, minimizzando i minuti di sovrapposizione con King James.
L'istrionico Clarkson sembra già essere entrato nelle grazie di Lebron e ha sviluppato un feeling immediato con JR Smith, al quale pure potrebbe rubare qualche minuto.
Anche nella posizione di Shooting Guard Cleveland trova in #Hood un upgrade rispetto al D-Wade 36enne ceduto a Miami.
Alto 2.03 e mancino, Rodney è una guardia tiratrice molto poco ortodossa che fornisce punti rapidi, pericolosità perimetrale, ma anche consistenza in difesa. Nelle prime 2 partite in maglia Cavs è partito dalla panchina, ma nel medio termine è difficile che Lue continui a preferirgli l'incostante JR Smith.
Persino il nativo di Akron Larry #Nance Jr., pur piuttosto limitato tecnicamente, fornisce alla squadra l'elettrizzante atletismo che mancava terribilmente e rappresenta da subito un'alternativa più che valida all'involuto Tristan Thompson, ben lungi dall'essere quella mostruosa macchina da rimbalzi offensivi che aveva contribuito in maniera decisiva al titolo 2016.
L'effetto dei nuovi innesti sembra aver rivitalizzato i gangli vitali della squadra catalizzando energie e motivazioni dormienti. Ad essere improvvisamente cambiato è il linguaggio del corpo dei "purple and gold", tornato ad esprimere entusiasmo, divertimento, spirito di team.
Nelle prossime settimane Lebron dovrà continuare a cementare l'intesa con la sua nuova squadra, agevolando il rientro di Kevin #Love che potrebbe giocare finalmente un ruolo determinante negli equilibri del team. La forte Power Forward in passato ha dovuto sacrificare il proprio ruolo in squadra, schiacciato dal dominio sulla palla di Lebron e Irving, ma in questo contesto K-Love dovrebbe ri-attestarsi come un eccellente secondo violino per punire sistematicamente le difese avversarie tipicamente focalizzate su Lebron. Kevin è probabilmente la chiave di volta per la competitività dei rinnovati Cavs. Se saprà sfruttare l'occasione che gli si para davanti avrà modo di far risalire le proprie quotazioni che non sono sinora mai ritornate ai vertici raggiunti nei suoi anni a Minnesota.
Tanto materiale intrigante a disposizione di Tyrone #Lue, forse troppo per le sue capacità di coaching potrebbero dire i suoi (numerosi) detrattori, ma sono problemi di abbondanza che i tifosi Cavs saranno ben lieti di avere.
Azioni in netta risalita dunque per la franchigia dell'Ohio che oggi segue da lontano Toronto (+6 vittorie) e Boston (+5,5) per il primato della Eastern Conference.
Nessuno avrebbe osato a cuor leggero scommettere contro Lebron vincente ad Est persino durante il periodo di profonda crisi, ancor meno dunque oserebbe oggi alla luce della vigorosa sterzata intravista.
E' tutto questo sufficiente a sopravvivere ad una serie al meglio delle gare contro Golden State o Houston? Difficile a dirsi, presumibilmente no, ma come recita il vecchio adagio: "don't bet against Lebron".
Comments