Dove eravamo rimasti? Virtus Bologna a 28 punti e Dinamo Sassari a 26. Giro di boa nel campionato Legabasket. I biancoblu ingaggiano una prova di velocità con la Virtus Bologna con la quale mantiene solo 2 punti di distanza all’ultima di andata. Djordjevic infatti continua a navigare in solitaria dopo la vittoria contro la Dolomiti Trentino mentre i Giganti sassaresi mantengono il vento in poppa con la settima vittoria consecutiva battendo Pistoia. Inizia una nuova storia, una nuova regata con Sassari seguita da Brescia e Milano che tenteranno l’ingaggio. La prima di ritorno in casa Dinamo si disputa contro Varese, palazzetto dello sport sold out neanche a dirlo, in un nuovo sliding doors per coach Pozzecco. Sassari per mettere alle spalle la sconfitta in Belgio per mano di Oostende, Varese per riscattare la mancata qualificazione alle Final Eight di Pesaro.
Se chiedeste al Poz di raccontare la sua pallacanestro, lui coerentemente inizierebbe dai Rooster di Varese. 11 maggio 1999, Gianmarco con i capelli rossi, tamponi al naso dopo una gomitata ricevuta da Marcello Nicola. “Mi hanno colpito sul naso ma io gioco con il cuore”. Così il Poz a pochi secondi dalla fine di gara 3 contro Treviso, urlava al suo pubblico varesino pronto per dare il via ai festeggiamenti. La sua maglia numero 8 (senza sponsor ma con un galletto in versione cartoon) fradicia di sudore e sangue, da quel giorno vedrà la stella stampata vicino al petto. Il decimo scudetto. Quell’anno e quello scudetto segneranno il concetto di pallacanestro per il Poz. Quella partita, la sua esultanza, straripante felicità, racchiude i motivi per i quali ci si appassiona alla pallacanestro. Spiega perché un bambino di sei anni si volta verso il padre chiedendo di voler immediatamente stringere la palla a spicchi, e di voler assistere ad una partita dal vivo. I Rooster Varese era una banda di ragazzi degni di Animal House, talenti folli che hanno dato lustro al vincere divertendo e divertendosi, talentuosi e goliardici. La filosofia che coach Pozzecco ha ereditato dal maestro Recalcati a Varese e la stessa che cerca di trasmettere a Sassari.
Immaginiamo che ogni volta che Gianmarco Pozzecco debba affrontare Varese si trovi davanti ad un conflitto di emozioni. Il primo amore non si scorda mai, ma arrivano anche i successi con Sassari con il quale ha sposato un progetto a lungo termine. I dettagli non possiamo scorgerli davanti ad una tv, per cogliere il significato di questa partita occorre prima di tutto viverla e dare voce ai protagonisti.
Se abituati a vedere la pallacanestro con i soliti streaming è difficile immaginare il calore dei palazzetti o pensare a qualcosa di diverso da un capannone gremito di persone. Come quando osservi delle vecchie foto in bianco e nero. Provi ad entrare prepotentemente nella scena senza poter cogliere l’atmosfera del momento. Entrare nel mondo della pallacanestro sassarese significa conoscerne i riti e ritmi. Empatizzarsi. Emozionarsi e sentirne il rumore.
La prima cosa che si impara una volta entrati al Palaserradimigni è la passione, l’ossessione per tutto il roster sassarese. Acclamati uno per uno, compreso il giovane Sorokas, gettato in quintetto da Pozzecco per rimpiazzare l’infortunato Evans. La prima tripla di Sorokas arriva dopo 3 minuti di gioco e viene accompagnata dai 4500 spettatori che riempiono il palazzetto di Piazzale Segni. Quando il #9 biancoblu si arresta per prendere il secondo tiro, il vicino di poltroncina già è pronto per alzarsi. Con la mano sinistra si appoggia sulla spalla. Si viene così travolti dall’energia e “..sul fruscio della retina violata, si è contagiati e non si smette più (Aldo Giordani). Tutti, compresi i varesini sono sorpresi dal biondino lituano che ha giganteggiato sul parquet con 11 punti realizzati nei primi 10 minuti di gioco. 28-25 il parziale. Il secondo quarto si mantiene equilibrato con parziali che si alternano da una parte e dall’altra. La giocata della partita è per Sassari. Passaggio no look di Gentile e poi assist di Pierre per Magro che appoggia in layup. Pozzecco con le mani sul viso esplicita la bella pallacanestro messa sul parquet dai suoi. + 9 Dinamo. Le triple di Clark e Vene assieme a Tambone illuminato tengono comunque in partita la squadra di Caja. Il primo tempo si conclude comunque con la squadra sassarese avanti di 7 con un piccolo strappo firmato Pierre sul finale di quarto. 50-43 al 20’.
Alla ripresa dall’intervallo lungo si scava il primo vero allungo della partita. Spissu e Vitali portano Sassari sul + 14. La squadra allenata da Coja reagisce con Clark per il controparziale. Le triple dell’ispiratissimo Tambone insieme al ritmo dettato da Jakovics neutralizzano il distacco da una Dinamo che appare accusare le corte rotazioni. 75 a 70 al 30’ con Varese che vende cara la pelle.
Ultimo quarto. La compagine varesina gioca con il cuore, aggredisce in difesa, raddoppia su Bilan. Jakovics in versione assistman, Simmons a divorare il canestro con due schiacciate da applausi, danno coraggio ai compagni. Varese è ancora indomita. Con Clark accorcia la distanza e con Tambone, ancora a segno da 3 e mano caldissima, sorpassa la Dinamo. 79-80. Si deciderà tutto nei minuti finali. Con Clark ormai fuori dal match per 5 falli la Dinamo sfrutta i tiri liberi per portarsi avanti. L’antisportivo fischiato a Vene sembra chiudere la partita. 93-87 il finale dopo il giro in lunetta di Spissu, Pierre (MVP di partita, chiuderà con 22 punti, 12 rimbalzi e 40 di valutazione) e Vitali. Saranno proprio i falli fischiati contro Varese e i conseguenti tiri liberi per la Dinamo che scateneranno la rabbia di coach Caja ed esplicitata in conferenza stampa anche dal general manager Varese, Andrea Conti: “Inammissibile e inaccettabile venire a giocare una partita di pallacanestro ad armi non pari e subire 38 tiri liberi e 33 falli fatti dalla nostra squadra”. Sulla stessa linea anche coach Caja: “I trenta punti ai liberi degli avversari parlano da soli”. Emozioni totalmente differenti quelle del coach Dinamo, Gianmarco Pozzecco: “Questa vittoria è figlia di uno spirito di squadra e di sacrificio enorme da parte di tutti, anche in una situazione complicata dettata dall’assenza di Evans e di Mclean, i ragazzi hanno dimostrato di voler vincere insieme”.
Dinamo Banco di Sardegna: Spissu 8, Bilan 18, Re ne, Bucarelli, Devecchi, Sorokas 13, Evans ne, Magro 2, Pierre 22, Gentile 10, Vitali 14, Jerrells 6. All. Gianmarco Pozzecco
Pallacanestro Varese: Peak 6, Clark 19, De Vita ne, Jakovics 10, Natali, Vene 6, Cervi, Simmons 13, Mayo 5, Tambone 22, Gandini ne, Ferrero 6. All. Attilio Caja
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