Una famosa pubblicità diceva “ci sono cose che vorresti non finissero mai”, ce ne sono altre che invece venderesti l’anima al diavolo pur di vederle finire, un po’ per disperazione, un po’ per frustrazione ed un po’ per quello strano sentore di presa in giro che il destino ti fa sempre provare..
C’ è una squadra in particolare che con il destino e la fortuna fino a ieri aveva un conto aperto, palesemente a credito. Un credito che si è sì accumulato con gli anni ma che fin dalla notte dei tempi, precisamente la notte del draft 1969-1970 ha cambiato la storia della franchigia. Il destino e la fortuna quella notte aveva le sembianze di una semplicissima monetina, un semplicissimo coin flip come lo chiamano gli Americani: testa o croce (head or tails per restare a stelle e strisce). Ma andiamo indietro di un anno: i Phoenix Suns vennero fondati nel 1968, entrarono nella lega pagando una tassa di 2M di $ e presero il nome Suns dopo un contest aperto direttamente tra i tifosi. Quell’anno entrò nella lega per la prima volta anche un’altra squadra, i Milwaukee Bucks. Ovviamente trattandosi di nuove franchigie fu indetto un expansion draft da cui i Suns selezionarono i futuri Hall Of famer Gail Goodrich e Dick Van Arsdale, leggende che tutti i tifosi ricordano ancora. Questi 2 nomi non furono però sufficienti ad evitare a Phoenix il peggior record della lega insieme proprio ai Bucks. Si arrivò quindi al classico sorteggio della lottery con le 2 squadre con lo stesso record e quindi fu inevitabile dover stabilire chi avesse la prima scelta assoluta..trattandosi (forse per fortuna)di tempi in cui non erano le pubblicità,gli sponsor ecc a farla da padrone fu la famosa monetina a decretare il vincitore: Milwaukee. Poco male direte, dalla 1 alla 2 il danno non dovrebbe essere stato così grande..ecco bene, il nome Lew Alcindor vi dice qualcosa? Quello fu il nome che prese negli anni successivi Kareem Abdul-Jabbar..inutile aggiungere altro, se non che 2 anni dopo i Bucks vinsero l’anello..
Questo fu l’apice del pessimo capitolo draft della storia della franchigia, proseguito con la maledizione di una scelta numero 1 che fino a ieri notte non aveva mai avuto il logo con il sole sopra.
Fino a ieri notte dicevamo, cioè fino a quando il pessimo lavoro della stagione scorsa, che ha portato il peggior record della lega, ha dato il suo frutto: 1st Pick!!
E da oggi si apre un mondo nuovo, un mondo fatto di infinite possibilità, dalle più scontate alle più fantasiose che solo il possesso di una prima scelta assoluta possono permettere.
Partiamo però prima con le certezze, il nuovo coach è già stato presentato: si tratta di Igor Kokoskov, ex assistente di Snyder a Utah, che a dispetto della relativamente giovane età vanta già un curriculum di esperienze sia americane (come assistente) che europee di altissimo livello. Molti lo conoscono come coach della Slovenia vincitrice a sorpresa degli ultimi Europei, ma in Arizona lo ricordano prima come assistente dal 2008 al 2013 (anno in cui ottenne la cittadinanza). E’ un allenatore conosciuto per la sua semplicità di gioco e per l’ ottimo lavoro di sviluppo sui giovani e principalmente sulle guardie (Mitchell – Utah esempio lampante), e a Phoenix guarda caso la stella è Booker..
Seconda certezza è il salary cap, ad oggi Phoenix è la terza con il monte stipendi più basso della lega, essendo 6.6M sotto il cap ed avendo circa 20M da poter offrire subito. Infine Phoenix ha ulteriori gli ulteriori 4 asset sicuri già accumulati: la pick numero 16 di Miami, la 31, la 59 da Toronto e quella futura dei Bucks.
Quindi il 21 Giugno a New York cosa succederà? Le possibilità ad oggi sono principalmente 2 con relativi pro e contro:
1) La più facile e la più scontata: Deandre Ayton, centro Ncaa di Arizona classe 1998, considerato il migliore di questo draft.
Pro: talento, fisico e atletismo ai massimi livelli, visibilità e risalto mediatico . L’ “Home Town Kid” sa segnare in tantissimi modi, è un 5 con un tiro da 3 credibile ed affidabile dalla media, 75% dalla lunetta. Buon rimbalzista, discreto passatore.
Contro: la difesa, sotto la media per il tipo di fisico che ha. Commette pochi falli ma più per pigrizia che per abilità. Rim protector non a livello dei suoi pari ruolo.
2) La più “tecnica”: Luka Doncic, stella del Real Madrid, vincitore assieme a Kokoskov dell’ Europeo
Pro: talento, multi ruolo, visione di gioco, esperienza. Può giocare da 1 a 4 senza problemi, può segnare in qualsiasi modo, difensore sottovalutato, ottimo passatore e giocatore che si addice perfettamente al nuovo coach. Conosce la pressione più degli altri colleghi.
Contro: Da verificare adattabilità al gioco americano. Passare Ayton significa rischiare potenzialmente il disastro sia di risultati che mediatico.
Le considerazioni fino a 2 settimane fa sarebbero state molto più semplici, con la 1 Phoenix avrebbe chiamato Ayton al 100%. La scelta di Kokoskov apre però ad una soluzione Doncic che non appare assolutamente così remota, anzi diventerebbe quasi obbligatoria qualora la dirigenza si muovesse davvero verso qualche centro free agent che possa prendere il posto di Ayton. A tal proposito non possono essere un caso le voci che dicono pronta un’offerta al massimo salariale per Capela (ipotesi molto difficile ma bisognerà vedere quali saranno le priorità di Houston quest’estate). Non dimentichiamo inoltre che sono FA anche Jordan, Favors, Nurkic e Cousins. E la prossima estate Vucevic Whiteside e Howard quindi le possibilità sul mercato per provare a trovare l’alternativa ad Ayton e puntare su Doncic ci sono tutte. Qualora invece la scelta di Phoenix cadesse sul nativo delle Bahamas sarebbe forse più difficile andare a trovare un giocatore completo e giovane come Luka in free Agency, forse il solo Rondo, attualmente sotto contratto con i Pelicans per la cifra ridicola di 3.3M, sarebbe un buon colpo.
Una terza strategia quasi impossibile da pensare sarebbe una trade down stile Boston Phila dello scorso anno, ossia lo scambio delle scelte con una franchigia in zona 3-4 per accumulare ulteriori assets. Se anche Phoenix puntasse realmente Doncic e questo nei mock draft fosse sceso di ranking sarebbe troppo rischioso andare a rischiare di perderli entrambi.
Alla luce di tutti questi dati se oggi volessimo fare un’ analisi semplicistica non saremmo lontani dalla verità dicendo che probabilmente Kokoskov sceglierebbe Doncic, sia per la sua versatilità che perché lo conosce come le sue tasche; la dirigenza difficilmente però passerà su uno dei maggiori top prospect degli ultimi anni e sulla conseguente visibilità mediatica e su un ritorno economico di merchandising e biglietti venduti che inevitabilmente Ayton porterebbe. Questo ragionamento ovviamente è da considerarsi valido escludendo operazioni in Fa prima del draft.
Passiamo all’analisi del roster di Phoenix: risulta evidente che ora le certezze e le garanzie sono negli spot 2 e 3 con Booker, Josh Jackson ed eventualmente Tj Warren. Nessun altro giocatore sarà escluso da possibili trade, Payton e Len in base a quello che chiederanno verranno rifirmati o lasciati liberi. Qualora si propondesse per quest’ ultima soluzione il Cap disponibile dei Suns arriverebbe oltre i 30M per convincere un Big a trasferirsi in Arizona. Siamo quindi di fronte ad una situazione in totale divenire, da qui al giorno del draft può succedere davvero di tutto. L’ unica cosa su cui i tifosi dei Suns sono d’accordo è che quella lucina in fondo al tunnel sembra allargarsi sempre un filo di più, e chissà che l’ anno prossimo non arrivino i tanto agognati primi playoff per Booker. Sicuramente i tanti tifosi che ieri hanno assistito in diretta alla lottery dentro al palazzetto di Phoenix col mitico Gorilla ci sperano!
-Michele Marozza-
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