Rochester, crescere e nascere a Rochester, una città americana da centomila abitanti, abbastanza vicina a Minnesota ma troppo lontana da Milwuakee, ancora più lontana dalla vita adrenalinica col retrogusto della paura di Chicago. Troppo al centro per essere considerata Ovest, troppo al nord per essere considerata centro. A Rochester cresci con la solidità che, per noi, sono gli stereotipi della famiglia Cunningham. Vai a scuola, tiri a canestro, torni a scuola e sai che nella vita bisogna essere seri per riuscire, bisogna sudare, bisogna faticare.
Cain, nasce e cresce li e non si fa notare per la sua spettacolarità ma lavora duro, cerca di capire il coach cosa vuole insegnargli e frequenta le High School “Jhon Marshall”.
Finite le scuole, trova posto e fiducia nei Coyotes, una squadra del Sud Dakota che lo coccola fino al 2010. Lui è nato nel 1988 (30 giugno), ha 22 anni e sa che il suo prossimo futuro lo vuole avere tra le mani. E, tra quelle mani, c'è una palla da basket. Lo chiamano in Lettonia, gli offrono un ingaggio nella vecchia, lontana, Europa in una nazione che, chissà quante volte lo avrà sentito nella sua Rochester, faceva parte della vecchia nemica Unione Sovietica. E nella repubblica baltica ci rimane per tre stagioni, due nel Vef Riga ed una nei Barons, sempre nella capitale lettone, dove gioca 22 partite segnando 357 punti. In queste stagioni lo nota Forlì. La romagna lo accoglie con il suo solito calore e Tyler li ripaga con dedizione e canestri. Gioca 30 partite mettendo a segno 510 punti, Siamo in A2, ma non sono i punti a far si che una piazza sensibile ai centri vecchio stile si affezioni a lui ma l'esempio che da professionista da sia ai suoi compagni di squadra che a qualunque persona abbia la possibilità di conoscerlo. Schivo, riservato e puntuale agli allenamenti, che vive come fossero finali tanto è l'impegno che ci mette. L'anno dopo abbandona Forlì per valicare le Alpi e cercare fortuna nel massimo campionato francese. Il Pau-Lacq-Orthez si assicura le sue prestazioni. Con loro, 34 partite, 294 punti. Ogni mattina, lui e la moglie si alzano, vanno alla finestra ed ammirano il panorama coperto dalla maestosità delle montagne. “Non avevo mai vissuto in montagna prima”, dichiara. La stagione passa ed il livello si alza. Il prestigioso e competitivo Digione richiede il suo impegno. Altre 34 partite e oltre 10 punti di media. Rispetto agli anni passati, lui non è più il centro titolare, ma neanche il secondo. Gioca una media di venti minuti a partita, spesso non fa parte dello starting five. Lui arriva da Rochester, figlio della borghese provincia americana. A chi gli chiede cosa ne pensi di questa situazione, risponde serafico che è il coach a sapere cosa è meglio, lui non può che ascoltarlo e cercare di fare ciò che chiede. L'anno successivo passa allo Chalon-Reims. Intanto, nella provincia romagnola, non si sono dimenticati dell'uomo Cain e continuano a seguirlo nelle sue gesta. A periodi più o meno regolari escono articoli ed aggiornamenti sulle sue prestazioni. Se il Cain giocatore ha fatto benissimo a Forlì, la persona Tyler deve avere fatto ancora meglio e queste attenzioni ne sono la dimostrazione. Probabilmente, neanche il ragazzo si deve essere dimenticato dell'Italia ed è il 20 luglio 2017 quando Varese annuncia ufficialmente di essersi assicurata le prestazioni del centro americano. Perchè Cain viene considerato centro a tutti gli effetti, pur non avendo un'altezza che giustifica questa classificazione. Alto 203 cm per 107 chili, il giocatore è dotato di un'ottima fisicità ma, soprattutto, una grande intelligenza che permette di prendere posizione anche contro avversari ben più alti di lui. Oltretutto ha un tecnica che non solo è da aiuto a se stesso per rendere efficaci le proprie iniziative, ma va a supportare tutta la squadra grazie alle sue abilità di passatore. Giocatore a tutto campo, è rispettato e temuto in ambo le parti di campo. Se a Forlì aveva chiuso la stagione come uno dei migliori giocatori della A2 (17 punti, 11 rimbalzi e 25 di valutazione) ora è pronto a misurarsi con la massima serie italiana. Caja abbraccia con gioia il nuovo acquisto, che definisce uomo squadra e con una straordinaria lettura di gioco. Cain ripaga il coach con una stagione da 9,5 punti di media e 9,1 rimbalzi. I suoi highs sono stati i 22 punti contro Capo d'Orlando e 18 rimbalzi nel derby contro Cantù, nove dei quali offensivi. Ma a guardare le statistiche, ciò che salta all'occhio è la costanza di rendimento. Prendiamo ad esempio quello che l'ha portato ad essere il nostro mvp, il mese di novembre.
Come si evince dalla tabella, non c'è stato un incontro in particolare che ha alzato le medie o, al contrario, uno che le abbia abbassate, no, Cain è questo, un giocatore affidabile che sai quello che darà e che, sempre, indipendentemente dall'avversario o dalla situazione, entra in campo per dare il massimo. Nelle ultime partite è cresciuto il numero di falli subiti e questo lo ha portato più sovente in lunetta. E dalla linea della carità ha un 83% (sempre mese di novembre). Cain è anche uno dei pochi giocatori che raggiunge, in Italia, la doppia doppia e in campionato è in striscia aperta con sei DD consecutive. Sono questi i motivi che hanno portato Cain alla riconferma, notizia accolta con giubilo da tutto il popolo biancorosso e hanno portato noi a sceglierlo come mvp del mese di novembre, un riconoscimento ai numeri ma anche alla persona. E, fossimo nello spogliatoio di Varese, probabilmente sarebbe un riconoscimento anche alla musica che il centro americano sceglie come colonna sonora della squadra. Ama il rap e sembra che le sue preferenze siano apprezzate da tutta la squadra e perciò è stato scelto come dj ufficiale. Affidabile sul campo, gran lavoratore, uomo squadra e dj. Tutta l'Italia cestistica dovrebbe apprezzare lo schivo uomo di Rochester.
- Luca Maestri -
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