Enigmatico, imperscrutabile, misterioso. Epiteti ripetutamente spesi nella storia dell’arte per definire il sorriso della Gioconda di Leonardo.
Gli stessi aggettivi sono unanimamente associati a Kawhi Leonard, paradossalmente autoproclamatosi “Fun Guy”, ergo “il Giocondo”.
Leonardo / Leonard, la Gioconda / il Giocondo, irriverente associazione di idee che correla 2 realtà lontanissime accomunate da inaspettati tratti in comune.
Ogni free agency è caratterizzata da un “ripple effect”, l’effetto domino scaturito da un evento scatenante, la chiave di volta. Quest’anno gli occhi di tutti erano puntati sulle decisioni di Durant e Kawhi, 2 chiavi di volta destinate a cambiare la geografia della NBA.
Immediatamente dopo l’avvio della free agency la prima chiave di volta si è palesata, e il nuovo patto di sangue fra KD e Irving ha dimostrato che gli strascichi della faida con Draymond Green non erano mai stati cancellati e a nulla è servito il tentativo disperato di Steph Curry precipitatosi anzitempo da Shangai per cercare di convincere il 2 volte MVP delle Finals a restare nella baia per consolidare la “dinasty”. Good Luck Draymond, sarà dura convincere il mondo che i Warriors non avevano bisogno di KD per vincere il 4° anello del terzo millennio.
Caduto il tassello Durant tutti gli altri principali pezzi pregiati del domino hanno trovato la loro collocazione nelle prime 24-48 ore di FA, tranne uno, la seconda chiave di volta, Kawhi Leonard. Fresco di secondo titolo MVP della sua carriera, ottenuto per giunta nella seconda squadra, impresa riuscita nella storia solo a Kareem e Lebron, sarebbe a dire 2 dei top 5 ever (se non top 3) della storia del gioco, Leonard si prendeva tutto il suo tempo, mentre la lista dei plausibili contendenti si assottigliava a 3 nomi: da una parte i Raptors in grado di offrigli il contratto più lungo e lucroso oltre ad un organico inalterato e ancora in grado di competere per il titolo, dall’altro le 2 squadre della sua Los Angeles, con i Lakers già favoriti del prossimo campionato dopo l’innesto di Anthony Davis alla corte di Lebron, e i Clippers reduci da una stupefacente stagione da 48 vittorie e spazio salariale per 2 superstar.
L’effetto domino però aveva già fatto il suo corso ridimensionando le chance dell’altra faccia di LA. Era risaputo che Kawhi avesse espresso il desiderio di “costruire” una candidata all’anello unendo le forze con un altro All Star, ma i nomi più chiacchierati erano giù fuori dai giochi: Duranta Brooklyn insieme ad Irving, Butler inaspettatamente traghettato a Miam i dopo aver forzato i Sixers ad una trade “riparatoria”.
Lakers in fibrillazione, sempre più convinti di poter metter su il più letale trio mai visto su un parquet, Toronto fiduciosa che la vittoria e i dollari possano consolidare la legacy di Fan Guy, Clippers stranamente low key mentre le prime valutazioni sulla FA li davano inevitabilmente fra i Losers.
Mentre le ore scorrono vorticosamente per tutte le franchigie NBA, lui si prende tutto il suo tempo e lascia sapere che non ha alcuna intenzione di affrettare la sua decisione.
Enigmatico, imperscrutabile, misterioso. Il Giocondo. Quasi indisponente nella sua calma, e sicuramente snervante per le società ancora in prima fila nel “Kawhi Sweepstake” che vedevano tutti gli obiettivi secondari di mercato svanire senza poter minimamente intervenire per non rischiare di erodere prezioso spazio salariale.
Qualcuno inizia ad avanzare l’ipotesi che dietro questo atteggiamento ci sia una volontà di sabotaggio da parte di Leonard.
Quando nessuno se lo aspetta arriva il doppio colpo sincronizzato:
Oklahoma cede Paul George ai Clippers in cambio di Shai Gilgeous Alexander, Gallinari e 5 prime scelte
Kawhi Leonard firma un quadriennale con i Los Angeles Clippers
L’intera lega è in shock, nulla è più come prima. Vediamo quali certezze ci rimangono dopo aver digerito gli sconvolgimenti della notte:
1) ABBIAMO UN CAMPIONATO!
Se Kawhi avesse firmato per i Lakers oggi avremmo davanti a noi l’ennesimo superteam a tavolino, l’armata imbattibile che inevitabilmemte trasforma tifosi frustrati in orde di haters. Negli ultimi anni diverse fazioni di tifosi hanno speso oceani di parole per argomentare diverse tesi sui superteam, disquisendo su quale fosse l’origine della degenerazione competitiva del campionato:
- In molti hanno odiato i Warriors che, dopo aver scritto la storia della NBA con una regular season da 73-9 hanno reagito all’infame sconfitta in finale per mano dei Lebron Cavaliers aggiungendo Kevin Durant al loro squadrone da record.
- Altri hanno confutato queste posizioni additando Lebron come fondatore del fenomeno dei superteam costruiti a tavolino ai tempi dei Miami Heat di Wade / James / Bosh
- Altri ancora hanno fatto risalire il processo ai Boston Celtics dei vegliardi Pierce / Garnett / Allen
I Lakers con Leonard avrebbero potuto portare ad un livello ancora superiore questo fenomeno che tende ad ammazzare la competizione. Ora sono sempre una squadra molto temibile, ma dopo che l’operazione è naufragata possiamo tranquillamente affermare che la lotta al titolo è la più combattuta dell’ultimo decennio, con una decina di contender in grado di mettere le mani sull’agognato anello.
2) I CLIPPERS SONO LA NUOVA SQUADRA DA BATTERE
Con l’innesto dei 2 più forti 2 ways player della NBA i Clippers riscattano anni di soggezione nei confronti dei loro cugini mainstream, e si pongono come la squadra da battere nella prossima stagione. Nonostante l’organico sia ancora incompleto e la perdita del promettente SGA pesi abbastanza, i velieri fanno paura a tutti. Considerando il rinnovo di Beverley è facile intravedere una difesa in grado di annichilire tutti i migliori esterni della lega, e inoltre poter tirar fuori dalla panca un forno a microonde come Lou Williams ed un energizer come Harrell resta un lusso considerevole. C’è da giurare che un paio di ottimi innesti low cost potrebbero sono da mettere in conto nei prossimi giorni (dove sei DMC?)
3) OKLAHOMA PRONTA AL REBUILDING?
Se già prima della sconvolgente trade di questa notte già si vociferava di un organico “on sale” (con West e PG uniche eccezioni), gli eventi di questa notte odorano di rebuilding. I Clippers hanno dovuto pagare a caro prezzo l’acquisizione di PG13 e i Thunder potrebbero decidere di tornare alle origini e ricostruire le proprie fortune sui giovani, come ai tempi in cui schieravano i terribili Durant, Harden, Westbrook e Ibaka. Non saremmo a questo punto stupiti di vedere la tripla doppia vivente RW0 scambiata a peso d’oro ad una contender orientata al “qui e oggi” per dare il via ufficialmente ad un drastico cambio di rotta.
Lascia tuttavia fortemente da pensare il fatto che dopo KD un’altra top star abbia deciso di mollare la barca Thunder caratterizzata dall’ingombrante presenza di Mr.Triple Double.
Tanti punti interrogativi a cui il tempo darà risposta, una sola certezza su tutte: il prossimo anno sarà il più equilibrato e divertente degli ultimi anni!
-Schizoid Zen-
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