Poco tempo fa vi ho parlato dell'importanza del “pace of play” (numero di possessi per partita) nella moderna concezione del basket NBA, negli ultimi anni molte squadre hanno velocizzato il loro modo di giocare secondo la comune accezione che: "più corri più possessi fai, più possessi fai più tiri prendi, più tiri prendi più punti fai, più punti fai più partite vinci". In una lega dove la palla viaggia alla velocità della luce, dove fioccano gli assist per ogni partita, dove l'isolamento è diventato ormai blasfemia, c'è la classica “eccezione che conferma la regola”. Gli Houston Rockets di coach Mike D'Antoni sposano una filosofia di gioco controtendenza all'attuale concezione di “basket moderno”. La squadra texana, prima nella lega per Offensive Rating con 114 punti per gara, ha evidenziato un cambiamento radicale nel suo stile di gioco, se andiamo ad analizzare la striscia di 13 vittorie consecutive possiamo notare un dato in netta controtendenza con quanto si è abituati a vedere in NBA con i migliori attacchi: nell'arco delle 13 gare vinte, Houston ha giocato con il peggiore pace of play della lega (97.14 possessi a partita), un gioco più lento persino di Sacramento (98,2) e Brooklyn (98.1). A quanto pare il rallentamento del flusso di gioco ha migliorato l'efficienza offensiva di Harden e compagni e non solo, anche quella difensiva è una delle migliori della lega (quinti con 102.9 punti subiti a partita). Ora, mentre avere una buona difesa con un gioco più lento è secondo logica più che normale (meno possessi fai, meno possessi fa l'avversario, meno possessi fa l'avversario, meno punti segna), il fatto sorprendente è vedere come Houston, nonostante sia la miglior squadra offensiva, sia tuttavia ventinovesima nella lega per passaggi fatti a partita, ventiquattresima per assists (21.7) e come già menzionato, abbia il peggior pace of play dell'NBA. L'arcano è presto svelato quando si prendono in considerazione alcuni dati: il 31% dei possessi di Harden ed il 28% di quelli di Paul sono giocati in isolamento, e nemmeno a farlo apposta sono le percentuali più alte della lega; sicuramente i puristi del basket moderno storceranno la bocca, niente di più lontano dalla filosofia dei Warriors di Kerr, dove la ricerca esasperata del miglior passaggio possibile fa si che Golden State sia la squadra con il più alto numero di assist a partita (29.5) e terza per numero di passaggi fatti. Il segreto di coach D'Antoni è così presto svelato, quando in squadra hai i migliori giocatori da isolamento puoi permetterti un gioco molto più lento, sia Harden che Paul di media tengono in mano la palla 5 secondi per ogni possesso, aspettando il momento giusto per il miglior tiro possibile, studiando le marcature, il posizionamento della difesa fino a trovare il missmatch adatto per poter giocare in 1vs1, grazie ad un “ball handling” che pochi altri eletti possono vantare in NBA. Ora il vero punto interrogativo in ottica play off è: questo sistema di gioco basato sull'isolamento dei 2 fenomeni Harden&Paul, sarà sufficiente per portare l'anello a Houston? Il dibattito è aperto...ed al campo l'ardua sentenza.
- cinixxx -
Photo source: Bostonherald.com
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