Da quest’estate si sapeva che i riflettori si sarebbero accesi sulla città delle stelle, cestistiche e cinematografiche. Los Angeles torna in voga con l’approdo di Lebron James ai Lakers. Ma chi l’avrebbe detto che, dopo una quindicina di partite, fossero i Clippers a rubare le copertine ai cugini più blasonati, mediaticamente massacranti, con cui è difficile condividere lo stesso parquet.
Chi pensa alla Los Angeles del basket immediatamente nomina Kareem, Wilt, Shaq, Kobe, tutti in maglia giallo-viola, “gli altri” di LA sono ricordati solo per la sfortuna ridondante di infortuni in momenti decisivi e mai realmente in grado di poter ambire a quel qualcosa che possa cambiare la storia di una franchigia.
Purtroppo, per i Clippers nemmeno quest’anno sarà quello buono, ma questo inizio è promettente. Il record è vincente del 66% (10-5) e seconda piazza ad Ovest ampiamente condivisa con Portland e OKC.
La situazione della Western Conference è irreale e forse provvisoria: Minnesota penultima, Utah e Lakers fuori dai playoff, Houston ottava e Memphis quinta. Però, in questo avvio difficile per alcune squadre, dovuto anche a molti volti nuovi nei roster, i Clippers si sono fatti trovare pronti e con solidità meritano ampiamente quanto di buono fatto vedere sul campo.
Lo starting five è cambiato rispetto allo scorso anno solo nella posizione di centro in cui non c’è più DeAndre Jordan mandato nella Capitale, ma troviamo Gortat anche se le gerarchie non sono ancora definite al 100%.
Il roster è ben distribuito tra buoni attaccanti sia titolari sia in uscita dalla panchina, e da ottimi difensori. Il leader indiscusso è Tobias Harris giunto finalmente a completa maturazione, tanti punti e tanti rimbalzi la sua costante. Il secondo violino è il nostro Danilo che, con quasi 20 punti di media, ribadisce che senza infortuni può essere fondamentale. Dalla panchina troviamo Harrell sempre attivissimo a sgomitare sotto i ferri da ambo i lati e l’immortale Lou Williams. A difendere il ferro amico ci pensano Beverly, Bradley e Mbah a Moute (gli ultimi due fermi ai box attualmente). Una nota sorprendente è arrivata anche dal draft, con l’undicesima scelta assoluta i Clippers pescano Shai Gilgeous-Alexander da Charlotte. Il rookie, già in quintetto, porta in dote 10 punti conditi da 3 rimbalzi e 3 assist.
Dicevamo che la posizione di centro non è ancora definita perché alla voce "Centri" troviamo Boban Marjanovic. La situazione è delicata, il fisico di Boban è difficile da gestire, sotto canestro non si muove una foglia con lui in campo, ma contro i 5 dinamici e che tirano da fuori Boban è in difficoltà e non può assolutamente stare in campo, se si allontana dal ferro perde tutto il suo valore. Starà dunque a Doc Rivers riuscire a sfruttare al meglio le potenzialità del lungo serbo.
Durerà questo rovescio della medaglia?!
-Fabio Montin-
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