Quando abbiamo cominciato questa rubrica, ad ottobre, ci siamo affacciati alle Coppe come tutti gli appassionati italiani, speranzosi di vedere i nostri portacolori far bene e darci motivo di orgoglio. Le competizioni da seguire erano tre, L'Eurocup, la Champions League e la Fiba Europe Cup. La prima della lista, competizione Uleb, non ci ha dato sin da subito grosse soddisfazioni anzi, le nostre tre rappresentanti sono uscite al primo turno dando pochi segnali positivi, a cominciare da Torino che le ha perse tutte per arrivare a Trento e Brescia che, quantomeno, qualche segnale di vita l'hanno dato. Ci rimanevano solo le due competizioni Fiba, con Varese, Sassari e Bologna che di abbandonare le coppe, proprio non ne volevano sapere, fino alle semifinali dove i lombardi, incappati in una serata storta tra le mura amiche, hanno compromesso il passaggio del turno. La Dinamo e la Virtus, invece, ci hanno regalato la gioia di raggiungere la fase finale. Bisogna ammettere che il panorama cestistico italiano sta vivendo una fase tribolata con polemiche all'ordine del giorno, squadre sull'orlo del fallimento e controverse nuove regole che alimentano un diffuso senso di incertezza. In questo panorama, ben più solidi e splendenti sembrano i campionati spagnoli e tedeschi, senza contare la passione di quelli turchi e greci. Ma gli eterni rivali del Mar Egeo, già avevano visto scomparire le proprie squadre dalle competizioni in questione mentre proprio i tedeschi del Wurzburg, artefici dell'eliminazione di Varese, si frapponevano tra la storia e Sassari. Su come sia finita questa partita, già ne abbiamo parlato e gioito. La settimana dopo è stato il turno della Virtus ad avere a che fare con i tedeschi. Evidentemente nello sport quantomeno, la Germania non è per noi fonte di preoccupazione e i felsinei travolgono il Bamberg arrivando allo scontro decisivo contro una di quelle squadre che nella Champions ha maggiormente impressionato, il Tenerife. E' bene fare una piccola retromarcia ed andare a vedere la situazione di Bologna prima delle final four, una situazione complessa dove la cura Djordevic non sembrava dare i risultati sperati. Praticamente fuori dai playoff in Italia e con grosse polemiche sulla professionalià di alcuni americani scoperti a festeggiare a Milano dopo una sconfitta casalinga. In più, i dubbi sulla condizione fisica di Chalmers, fiore all'occhiello giunto da poco nella città delle due torri. Conoscendo però il carattere del Coach, le speranze erano tutte riposte nella sua capacità di riportare, in qualunque modo, i “ragazzi” sulla strada giusta. E le semifinali non possono che far lievitare questa speranza e a crederci, per primi, sono i tifosi Virtussini giunti in un migliaio in Belgio. Dopo 2' di gioco, Bologna conduce 7-0, la prima frazione si chiude 20-8. La difesa è asfissiante e il Tenerife tira con il 7% da tre (1/25), con il risultato a metà tempo di 38-24. Un bel margine, ma non troppo dato che i venti minuti che mancano sono tanti per rilassarsi. All'uscita dalla pausa lunga, le speranze degli spagnoli, sembrano infrangersi contro Punter, in stato di grazia. Mancano dieci minuti e si è sul 58-44. La tensione sale, il Tenerife si gioca il tutto per tutto, avvicinandosi anche a soli due possessi pieni. Qui, l'esperienza di Chalmers giustifica il suo acquisto quando, a un solo minuto dalla fine, mette due punti fondamentali. Gli iberici non riescono ad accorciare e Bologna finisce sul velluto e può, finalmente e meritatamente, festeggiare la vittoria della Champions, dieci anni dopo l'ultimo trionfo al di fuori dei confini. Se, Punter appare stratosferico (5/5 da tre), è tutta la squadra a meritarsi la gloria, con un atteggiamento dedito al sacrificio per il bene comune, così come è stato per Sassari. A otto mesi di distanza dall'inizio di questa rubrica, ci troviamo di nuovo a celebrare una vittoria in una Coppa Europea, segno forse che, al di là delle turbolenze, il movimento cestistico italiano è capace di dare emozioni e qualità e che, pur non avendo squadre di primissimo piano nel panorama europeo, il livello del nostro campionato si sta alzando ed è capace di competere con gli altri team. Partendo da questi risultati, la speranza è quella di una crescita di tutto il basket italiano, a cominciare dalla visibilità e dall'organizzazione.
- Luca Maestri -
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