Al primo giorno di free agency ogni persona assennata, per quanto affamata di stimoli cestistici da post-season, rinvierebbe il giudizio sul mercato in corso in attesa di vedere gli ulteriori sviluppi dei prossimi giorni, eppure osservando le reazioni social dei diversi fan club NBA è possibile emettere i primi (più che provvisori) verdetti.
Mai come quest’anno infatti tutti i possibili colpi di mercato, ad eccezione dell’ultimo fondamentale tassello, si sono consumati nelle primissime ore della FA. Ci si aspettava che Kevin Durant ricoprisse il ruolo di trigger del “ripple effect” di mercato e così è stato: dopo le consuete Woj-bombs che annunciavano il trio Durant-Irving-Jordan a Brooklyn tutti gli altri tasselli del domino hanno trovato la loro collocazione. Tranne uno appunto. Decisivo per gli equilibri della Lega nella prossima stagione. Kawhi Leonard ha in mano le sorti della NBA 2019-2020. Sfumata presumibilmente la tanto ventilata opzione Clippers, vista oramai l’impossibilità di sfidare tutte le altre pretendenti al titolo con un super-duo, con KD ai Nets e Jimmy Butler agli Heat, all’eroe delle ultime NBA finals non restano che due possibilità: aggregarsi a Lebron James ed Anthony Davis per costituire forse il più temibile trio mai assemblato su un campo da basket e andando a caccia del terzo titolo nella terza squadra alla faccia di ogni spirito competitivo, oppure restare a Toronto cercando di ripetere la storica impresa messa a segno quest’anno. In attesa dell’ultimo fondamentale responso dal mercato NBA 2019 andiamo a tastare l’umore dei team che più si sono messi in gioco durante la FA.
ENTUSIASTI
BROOKLYN NETS
Vincitori assoluti della FA 2019 i Nets piazzano il colpo che negli ultimi giorni prima dell’apertura ufficiale del mercato stava prendendo sempre maggiormente corpo: usare lo spazio salariale diligentemente liberato negli ultimi anni per accaparrarsi 2 dei 3 pezzi più pregiati a disposizione, Irving e Durant. Aver messo in atto il piano a lungo progettato dai cugini Knicks aggiunge sapore all’euforia del momento, e come se non bastasse hanno messo a contratto anche DeAndre Jordan per rafforzare il presidio difensivo. Dopo anni di purgatorio i Nets riescono a smacchiare una delle trade più scellerate della storia, quella in cui avevano ceduto anni di prime scelte per mettere a contratto Garnett e Pierce oramai in chiaro declino. Poco male se come logica conseguenza per l’approdo di Irving Brooklyn ha lasciato andar via Russell.
NEW ORLEANS PELICANS
Oramai è innegabile: David Griffin è un genio! L’anno scorso i Pelicans erano completamente allo sbando, fuori da ogni prospettiva playoff e con la loro stella che aveva improvvisamente annunciato di voler fuggire dalla franchigia della Louisiana. A pochi mesi di distanza New Orleans viene baciata dalla dea bendata pescando il pick n.1 della lottery tradotto nel fenomenale Zion Williamson, poi lucra un tris di giovani promettenti (Ball, Ingram e Hart) e svariate pick future in cambio dello scontento Anthony Davis, e infine riesce a puntellare ulteriormente un organico molto intrigante con l’acquisizione del tiratore tanto necessario (J.J. Redick) e di un centro di grande sostanza ed impatto difensivo (Favors). I Pelicans promettono gioco ultraveloce e difesa asfissiante, oltre che fiumi di highlight scaturiti dalla combo Lonzo-Zion.
UTAH JAZZ
Fuori dai giochi per qualsiasi free agent di punta, i Jazz prediligono una chirurgica politica dei piccoli passi. Dopo aver conseguito un consistente upgrade nella posizione di point guard con l’acquisizione di Conley al posto di Rubio, Utah porta a casa con Bojan Bogdanovic una valida bocca da fuoco offensiva ed un difensore molto sottovalutato ma estremamente efficace (si veda per esempio il Basket Maniacs pentathlon of NBA defender). I Jazz eterni underdog apprezzatissimi per la loro difesa vanno così a colmare le proprie lacune in fase di creazione offensiva, esonerando il promettente sophomore Donovan Mitchell dalla necessità di caricarsi pressochè da solo il peso dell’attacco, a discapito della propria efficienza di realizzazione. La difficilmente evitabile perdita di Derrick Favors viene dignitosamente compensata dall’ingaggio dell’animale da rimbalzo Ed Davis in uscita da Portland. Mormoni molto migliorati dunque ed insidiosi per chiunque persino nell’affollata Western Conference.
GOOD VIBES
Nella seconda fascia analizziamo i team le cui manovre di mercato hanno destato pareri discordanti con una prevalenza di sentimenti positivi fra i supporter.
PHILADELPHIA 76ERS
L’obiettivo della vigilia era molto chiaro: rifirmare Butler ed Harris (in questo ordine di priorità) ad ogni costo. Il quintetto Simmons-Redick-Butler-Harris-Embiid è stato raramente visto al completo, ma ha mostrato lampi di dominio, permettendo a Phila di arrivare ad un (assurdo) tiro a fil di sirena dal raggiungimento della finale NBA. Se quei 4 rimbalzi sul ferro in G7 contro i Raptors avessero avuto un esito diverso forse staremmo qui ad osannare il compimento di “the Process”, ma questa è storia passata mentre il presente parla di un Jimmy Bucket determinato a levare le tende con destinazione privilegiata Miami. Elton Brand ha mostrato ancora una volta di avere la capacità strategica necessaria per predisporre sempre un adeguato “piano B” e così è stato: invece di perdere “gratis” JB i Sixers portano a casa via trade un ottimo difensore con uno dei migliori contratti della lega, Josh Richardson, e così facendo mantengono spazio salariale sufficiente a firmare Al Horford come PF. I Sixers 3.0 sfoderano così ancora una volta uno degli starting five più devastanti della lega, con una lineup in cui l’altezza media è superiore ai 2.06 metri, grande eclettismo ed ottima tenuta difensiva. La perdita di Redick lascia un gap nel tiro perimetrale che andrà colmato, e la panchina resta povera come nel 2018-19, ma Phila potrebbe configurarsi come grande favorita alla vittoria della WCF qualora Kawhi optasse per il clima moderato di Los Angeles.
INDIANA PACERS
Molti avvoltoi svolazzavano attorno a Milwaukee in attesa di vedere quale dei free agent non sarebbe stato opportunamente tutelato da nuovo contratto, e Malcolm Brogdon era l’obiettivo designato. Con uno spiazzante colpo di scena la spuntano i Pacers che continuano ad attuare una proficua politica dei piccoli passi, dopo la trade che aveva portato ad Indianapolis TJ Warren. Dispiace aver perso Bogdanovic e Young, ma il bilancio è ancora decisamente in attivo.
DALLAS MAVERICKS
I Mavs stanno investendo in un progetto a lungo termine fondato sui 2 wonder boy europei Doncic e Porzingis. L’unicorno lettone ha firmato come ampiamente previsto, motivo di per sé sufficiente per una valutazione positiva del mercato Mavs. Obiettivo minimi dunque raggiunto, mentre è venuta a mancare la ciliegina sulla torta che poteva essere costituita da Brogdon (finito a Indiana) o Beverley (rimasto ai Clippers). Tutto considerato per i Mavs c’è ancora da rallegrarsi.
BAD MOOD
MILWAUKEE BUCKS
Reduci da un’annata straordinaria che li ha visti arrendersi solo di fronte ai campioni NBA Raptors, i Bucks dovevano fissare delle priorità per il mercato estivo, ma erano consci di non poter mantenere inalterato lo zoccolo duro della squadra. La decisione di strapagare Middleton e Bledsoe e di sacrificare Malcolm Brogdon non appare però delle più felici. “The President” è uno dei rari membri del club 50/40/90, un creatore di gioco che non ha bisogno di avere sempre la palla in mano ed un eccellente difensore, il migliore dei playoff in copertura sull’immenso Kawhi Leonard. Una defezione che pesa molto dunque, e diverse decisioni che potrebbero penalizzare la flessibilità salariale a lungo termine. Niente per cui generare drammi al momento, ma abbastanza per essere scontenti in una Eastern Conference che si annuncia molto competitiva.
BOSTON CELTICS
Lo psicodramma Irving è giunto rapidamente alla conclusione annunciata, con Uncle Drew a fare le valigie con destinazione Big Apple, ma al di là del ponte. Nel basket 2+2 non fa sempre 4, e l’addizione di Irving al giovane nucleo capitanato da Tatum e Brown non ha mai portato i risultati attesi, ma il rimpiazzo di lusso Kemba Walker potrebbe presentare gli stessi problemi di alchimia già sollevati da Kyrie. Fa male anche perdere l’IQ cestistico e la versatilità di Al Horford, sostituito da Enes Kanter, tanti punti e rimbalzi nelle mani ma difensore alquanto modesto. Questi Boston sono ancora decisamente da PO, ma non hanno abbastanza materia per arrivare fino in fondo. Dopo anni di accumulo di asset preziosi Danny Ainge fa cilecca, Anthony Davis prende casa fra gli odiati Lakers, e tra i tifosi celtici serpeggia il malumore.
WASTE LAND
Possiamo filosofare quanto vogliamo su bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto, ma nei casi che seguono il bicchiere sembra vistosamente bucato.
NEW YORK KNICKS
Doveva essere l’anno della rinascita Knicks. Dopo anni di sofferenze, sberleffi subiti e frustrazione, gli esigenti tifosi newyorkesi avevano l’occasione di dare un senso al loro lunghissimo purgatorio. La trade che cedeva Porzingis a Dallas garantiva ai Knicks una camionata di dollari per mettere a contratto 2 max level ed altri riempitivi. Si era parlato a lungo di Irving e Durant pronti ad unire le forze a New York, ma questo è successo a parti invertite, in casa Nets. Si sognava un big 3 costituito da Zion, KD e Irving, mentre sono arrivati Randle, Gibson e Portis (tutti nello stesso ruolo tra l’altro). Tutti i FA di peso hanno trovato la loro destinazione altrove, ed ai Knicks non resta che ripartire col tanking selvaggio…
LOS ANGELES CLIPPERS
Dopo una stagione stupefacente, con un rendimento ben superiore alle attese ed una cavalcata playoff conclusasi solo in G6 contro la corazzata Warriors (al completo, tranne Cousins), i Clippers erano attesi per un decisivo salto di qualità con l’acquisizione di 2 max contract player. Si è parlato a lungo della preferenza di Kawhi e delle sue trattative per costituire un “big 2” nella franchigia meno blasonata di LA. KD è invece a Brooklyn e Butler a Miami, cosa che con ogni probabilità comporterà l’esclusione dei Clippers dalla lista delle potenziali squadre a cui affidare i propri servigi nel 2019-20. Potrebbero stupirci con un colpo a sorpresa, ma al momento l’umore in casa Clippers è alquanto depresso.
CHARLOTTE HORNETS
La dirigenza decide di non strapagare Kemba consegnandolo di fatto alla concorrenza. Boston la spunta come da copione e ai calabroni resta il premio di consolazione Rozier. Più in generale sembra che gli Hornets stiano deliberatamente rinunciando alla competizione nella prossima stagione. Una prospettiva tutt’altro che entusiasmante per i tifosi di Charlotte dunque…
-Schizoid Zen-
Comments