29/05/2010 Staples Center di Los Angeles. E’ questa la data ed il luogo che i tifosi dei Suns ricordano con più amarezza negli ultimi anni, sia perché si trattava di una gara 6 di finale di conference ma soprattutto perché da quel giorno purtroppo non hanno più potuto assaporare l’ atmosfera della post season.
Fu un periodo complesso oltre all’ uscita dai PlayOff anche perché pochi giorni prima di quella serie rinuncio’ al suo incarico di GM, per tornare a fare il commentatore per Tnt, un personaggio biondino destinato a diventare discretamente famoso come Head Coach negli anni successivi: Steve Kerr.
In quella famosa partita il roster dei Suns si presentava con i seguenti nomi: Nash, Stoudemire, Frye, Richardson, Barbosa, Grant Hill, Dudley e Robin Lopez. La partita e la delusione della sconfitta segno’ anche la fine di uno dei duo più belli e divertenti della storia del gioco, Stat fu infatti ceduto ai Knicks dando così inizio ad una rebuilding che non si compi’ mai definitivamente. Un anno dopo fu la volta anche di Steve di lasciare l’ Arizona ed è curioso come da quel giorno sia iniziato un valzer di Playmaker che ancora fino ad oggi non abbia mai segnato più di 24 mesi di continuità. Una parte delle colpe, secondo i tifosi dei Suns, è del nuovo gm Mcdonough, in carica dal 2014, che dopo un brillante primo anno ha inanellato una serie di trade poco convincenti, per usare un eufemismo (ma che per motivi che spiegheremo più tardi potrebbero portare a buoni risultati quest’estate). Ma torniamo un secondo al capitolo Playmaker, perché per una franchigia che dal 1990 ha annoverato tra le sue file giocatori come Kevin Johnson, Jason Kidd, Stephon Marbury e Steve Nash è deprimente pensare che Dragic e Bledsoe siano arrivati a chiedere con urgenza di andarsene dalla squadra, e prima di loro anche i gemelli Morris. Uno dei motivi come dicevamo è una rebuilding mai compiuta e che sta durando troppo..veramente troppo..soprattutto per chi nell’ ultimo decennio era stato abituato a vedere spettacolo e risultati
Chiaramente parlando di rebuilding non si può prescindere dal discorso draft e picks, e qui si entra in un campo complicato, perché non è facile dare un giudizio su una serie di scelte che dal 2010 ad oggi non hanno lasciato il segno (tranne Booker) e che fanno ancora quasi tutte parte dell’odierno roster: Len, Warren, Booker, Bender, Chriss e Josh Jackson. La cosa molto particolare è che seppur i Suns siano sempre arrivati nei bassifondi della lega non sono mai riusciti ad accaparrarsi la prima scelta, che negli ultimi anni avrebbe voluto dire Anthony Davis, Towns e Simmons per citarne 3..ed è emblematico anche pensare che difficilmente avrebbero potuto pescare di meglio con le scelte che hanno avuto, la vera sfortuna probabilmente è stata il draft del 2016, quando con 2 scelte entro le prime 10 non ci fu di meglio da prendere di Chriss e Bender. E questo ci porta ad oggi, quando una delle peggiori stagioni della storia della franchigia potrebbe aprire ad uno spiraglio clamoroso, e cioè in uno dei draft giudicati con più talento degli ultimi anni i Suns potrebbero avere 3 delle prime 17 scelte. Ma andiamo con ordine: i Suns hanno ufficialmente chiuso la Regular Season con il peggior record della lega e quindi avranno il 25% di possibilità di pescare la scelta n. 1 ed il 65% di essere nelle prime 3, ci sono inoltre anche quelle di Heat e Bucks derivanti dagli scambi sopracitati di Dragic e Bledsoe; se quella degli Heat è già certa, quella dei Bucks è più difficoltosa: sarà di Phoenix se chiuderanno tra la posizione 11-16, altrimenti si rivaluterà nel 2019 in range 4-16, poi eventualmente nel 2020 con posizione 8-30 fino ad arrivare alla unprotected del 2021.
Non possiamo ovviamente dire cosa succederà, perché la prima scelta può scivolare fino all’ ottava ma ad oggi la situazione in casa Suns non sembra così terribile, il roster è molto giovane (con una media di 24 anni è la più bassa della lega insieme a Chicago), possiede una stella di 21 anni che è già nell’ elite degli scorer più giovani della storia della lega, e un salary cap con grande capienza, basta pensare che al momento le cifre più significative sono impegnate da veterani come Dudley e Chandler e dal sempre infortunato Knight..in pratica 36 milioni su 80 sono impegnati per giocatori “inutili”. Molto dipenderà da cosa deciderà di fare Payton, giocatore che divide spesso la critica, in scadenza di contratto: rifirmarlo a cifre oneste sarebbe un primo passo per costruire le basi della squadra, che se mai avesse la fortuna di cogliere la prima scelta difficilmente si lancerebbe su un giocatore diverso da Ayton andando a coprire un ruolo come quello del centro che storicamente manca ai Suns. Le altre 2 scelte poi potrebbero diventare merce per una trade per portare a Phoenix qualche buon giocatore, così come i vari Len, Bender e Chriss che ad oggi sono stati forse i più deludenti delle ultime stagioni e spesso non in grado di confermare le belle speranze riposte su di loro. Menzione speciale va fatta per Josh Jackson, prima scelta al numero 4 di quest’anno che dopo un avvio di stagione molto a rilento si è decisamente ripreso da Febbraio viaggiando oltre i 15 punti di media. Bisognerà poi affrontare il discorso coach perché ad oggi difficilmente si può pensare ad una conferma di Triano, mentre è già circolata spesso la voce di un interessamento per Fizdale che sicuramente darebbe esperienza e, si spera, cattiveria e difesa. Una news proprio di ieri è di Jason Kidd, futuro Hall of Famer, presente al palazzetto durante la partita contro i Warriors.. chissà.. intanto ai nostalgici farà sicuramente piacere.
Quindi cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi? Per prima cosa sarà fondamentale il sorteggio del 13 Maggio, perché un draft come questo che propone una varietà di talenti in ruoli diversi per forza di cose indirizzerà le strategie di mercato. Ovviamente l’estate prossima terrà banco anche e soprattutto per la lunghissima lista di free agents (e che free agents!!) che potrebbero cambiare squadra ed una prima scelta cambierebbe anche l’appetibilità della franchigia dell’ Arizona (do you remember come piaceva l’ idea di Phoenix a Kyrie Irving??). Starà quindi poi alla dirigenza provare a costruire quelle trade che mai come quest’anno saranno fondamentali e decisive per il futuro della squadra. L’ impressione che hanno i 16.800 tifosi dell’ American West Arena è che si è arrivati ad un punto di svolta: l’estate 2018 sarà quella che riporterà finalmente il sole nella valle? Magari sotto forma della coppia dei sogni Booker-Ayton? Le possibilità ci sono, le basi anche..ora starà anche alla fortuna che in quel dell’ Arizona è un po’ mancata negli ultimi anni. Il primo appuntamento con la Dea Bendata è fra un mese.. chissà che Phoenix, come dice il nome, riesca a risorgere dalle sue ceneri.
-Michele Marozza-
Photo source: brightsideofthesun.com
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