I play-off riservano sempre sorprese, e il primo turno della stagione 2018-19 non fa eccezioni: con un perentorio 4-1 Portland liquida la pratica Oklahoma City e attende il verdetto finale della serie Denver vs San Antonio per capire con giocarsi l’accesso alle finali di Conference.
Un momento…abbiamo detto Portland? Certo, perché nonostante i Trail Blazers grazie a un impressionante rush finale siano entrati con il seed n.3 nella griglia playoff (che in altre parole sarebbe a dire il secondo miglior record ad Ovest ad eccezione dei Golden State Warriors), la gran parte degli analisti NBA li vedeva come probabili vittime di “upset” per mano dei temibili Thunder di “Mr. Triple Double” e PG13.
Underdog anche quando la classifica di regular season direbbe altro, questo il beffardo destino della franchigia dell’Oregon.
A dire il vero diversi elementi per nutrire scetticismo nei confronti dei Trail Blazers erano sotto gli occhi di tutti. In regular season Portland ha subito uno “sweep” nelle 4 partite contro Oklahoma City, e l’infortunio dell’imponente centro bosniaco Jusuf Nurkic esponeva i Blazers a forti rischi sotto le plance, dove il secondo miglior rimbalzista offensivo della Lega, Steven Adams (4.9 OREB/game), trovava un corpaccione in meno a contendergli svariate opportunità di secondi possessi per OKC.
La storia è andata diversamente e vediamo quali sono i principali takeaways da questa serie playoff.
TAKEWAY Nr.1 - Dame Lillard is Mr.Clutch
Nonostante 7 anni di carriera professionistica sempre giocati a livelli di eccellenza, culminati con l’inserimento nel 1° All NBA team nella stagione 2017-18, Damian Lillard è stato spesso sottovalutato dalla gran parte degli appassionati, penalizzato dall’appartenenza a una squadra lontana dai riflettori che contano.
Negli anni passati Dame aveva già sfoderato una pregevole freddezza e determinazione nei momenti più caldi della partita, attestandosi come uno dei migliori “clutch player” della Lega, ma quello a cui abbiamo assistito ieri notte resterà negli annali della NBA per diversi lustri.
Sul 115-115, al culmine di una rimonta prodigiosa nel 4Q di un elimination game, marcato da uno dei migliori difensori su esterni dell’intera NBA, al secolo Paul George, Lillard supera con indolenza la metà campo, indugia fino a quando il cronometro non segna lo scattare dell’ultimo secondo di G5, fa una leggera esitazione e stacca per un jumper da 12 metri con le braccia di PG13 che si estendono in salto per cercare di ostacolargli la visuale: è solo rete, e Portland sfata la maledizione del primo turno dopo 3 anni consecutivi di eliminazioni premature dai playoff!
Sono tutti in delirio, tranne lui, che impassibile mima un arrivederci agli “amici” Thunder, prima di essere assalito dai compagni di squadra elettrizzati dalla rocambolesca vittoria.
TAKEAWAY Nr.2 - Westbrook vs Lillard feud: we have a winner
Dalla vigilia si sapeva che questa sarebbe stata la serie di Westbrook contro Lillard. Dopo una lunga serie di provocazioni verbali (“sono anni che gli faccio il culo”) e paraverbali (il gesto del portare in grembo utilizzato da Russ dopo l’unica effimera vittoria di G3) il campo ha emesso il verdetto finale ben sintetizzato dalle parole di Lillard nella intervista di fine partita: “There’s been a lot of talk, a lot of back and forth, and that was the last word.”
Lasciando parlare le statistiche di questa serie playoff: LILLARD 33 ppg, 46.1 % FG, +11.0 plus/minus WESTBROOK 22.8 ppg, 36% FG, -8.6 plus/minus A poco servono le 2 triple doppie conseguite durante 2 gare perse dalla point guard dei Thunder…
TAKEAWAY Nr.3 – Oklahoma Thunder: time to rebuild?
E’ tempo di affrontare una dura realtà: da quando Kevin Durant ha scelto la via facile per il successo passante per San Francisco, i Thunder sono stati eliminate per 3 anni di fila dai playoff. L’interrogativo da porsi è dunque se sia possibile costruire una squadra vincente attorno a Russell Westbrook, fenomeno atletico e feroce agonista, in grado di riscrivere la storia della NBA con i suoi conseguimenti statistici individuali, ma il cui gioco è macchiato da palesi difetti, quali la insensata selezione dei tiri e l’assenza di un affidabile tiro da fuori, che difficilmente potranno essere corretti dopo 11 anni di carriera professionistica.
Neanche una stagione stellare di Paul George ha potuto mascherare le debolezze strutturali dell’organico dei Thunder, ovvero l’assenza di tiratori affidabili al di fuori di PG13 e la sottile rotazione del reparto lunghi. In regular season gli unici Thunder che hanno superato il 37% da 3 sono stati Jerami Grant (39,2% su 3.9 tentativi a partita) e George (38.6% su 9.8 tentativi), e desta preoccupazione la succitata involuzione balistica di Westbrook (29% su 5.6 tentativi).
Serve urgentemente potenziare le opzioni offensive in grado di allargare il campo per favorire le devastanti scorribande del numero 0, ma al contempo senza esporsi a delle cospicue “liability” difensive, come accadeva con Melo l’anno scorso.
Un altro spunto di riflessione deriva dalla posizione di centro.
Steven Adams è il più temuto “bruiser” del pitturato della Lega nonché una macchina da rimbalzi offensivi, ma con l’attuale evoluzione del gioco risulta inadeguato nella difesa su pick & roll, come si è abbondantemente visto nella serie contro Portland, dove Lillard e CJ hanno potuto spadroneggiare. A fronte dei problemi di mobilità laterale per difendere sui “pull-up” dall’arco, il sosia di Acquaman non offre alcun contributo offensivo degno di nota che possa compensare il deficit in difesa, diversamente da centri dalla cattiva nomea difensiva alla Enes Kanter.
Per essere un giocatore che comanda 25milioni di dollari all’anno, la contropartita in campo risulta probabilmente inadeguata nel contesto attuale della NBA in cui le principali prerogative di un 5 sono spacing e rim protection (solo 1.0 BPG per il neozelandese). A riprova di quanto detto Steven Adams ha collezionato -39 di plus/minus nella serie contro Portland, secondo al solo RW30 in questa classifica a rovescio, laddove Paul George è stato l’unico titolare a portare in cassa un modesto attivo (+5).
Per la franchigia di Oklahoma City si preannuncia dunque un’estate calda, staremo a vedere se la dirigenza sceglierà di puntellare l’organico o opterà per una radicale ricostruzione.
-Schizoid Zen-
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