E all’improvviso, i primi giorni di ottobre, ti ricordi che sei entrato nel mese in cui ricomincia la stagione NBA. Pochi giorni, qualche partita di preseason e la tua squadra del cuore tornerà a giocare partite ufficiali alla rincorsa di una stagione vincente, di uno spot ai playoff o addirittura a competere per il Larry O’Brien Trophy.
In qualunque parte del mondo ti trovi, se sei un appassionato di basket, aprirai il tuo armadio o qualche cassetto nella tua stanza per tirare fuori e ammirare quella canotta e quei colori per cui tanto ti incazzi o gioisci. Non sono ammesse sfumature quando si tratta di fare il tifo perché tifare non ammette mezze misure.
Il tifo quello vero ti regala solamente due opzioni: l’inferno se la tua squadra è tra le peggiori o il paradiso se la tua squadra è tra le migliori.
In tutta questa passione sportiva esiste però una categoria di tifosi che da un decennio a questa parte ha un posto privilegiato in purgatorio, vale a dire quelle anime perse come me che hanno tifato, tifano e tiferanno sempre per i Seattle Sonics.
Non importa che tu sia diventato tifoso all’epoca del primo e unico titolo NBA o che ti sia innamorato dei Sonics di Payton e Kemp, importa solo che l’ultima partita dei Seattle Sonics sia stata giocata il 13 aprile 2008, vale a dire più di dieci anni fa, UNA VITA FA.
E allora per tenere intatta la tua fede ti aggrappi a pochissime cose perché la fede, come per il tifo, non ammette mezze misure.
Magari simpatizzi per i Trailblazers che, oltre a essere nelle Western Conference, giocano nella città geograficamente più vicina alla Emerald City; se invece sei più un tipo da Eastern Conference tifi Pacers perché il loro allenatore è stata una bandiera dei tuoi Sonics; oppure ti ricordi che di giocatori in attività che hanno indossato la canotta dei Sonics nè sono rimasti solamente due ed uno di loro gioca a Washington e allora i Wizards un po' ti stanno simpatici.
Poi, sempre perché quella fede nei Sonics non sbiadisce, c’è LUI, l’ultima prima scelta fatta da Seattle (no, Russell non conta perché non ha mai indossato quella canotta giocando per quella squadra in quella città); un giocatore tecnicamente meraviglioso, un 2,11 metri con movenze da guardia e un tiro indifendibile per qualunque altra small forward della lega, un giocatore che amo per il solo fatto di essere stato un Sonics, KD.
E siccome il tifo, quello vero, quello da purgatorio, non ammette obiettività cerchi segnali che il giorno in cui Seattle riavrà una franchigia NBA non è così lontano: gioisci nel leggere che un gruppo privato ha messo a disposizione i quattrini necessari a ristrutturare la Key Arena, una delle arene più affascinanti in cui giocare a basket; oppure ti esalti per il terzo titolo WNBA delle Seattle Storm.
Tutto serve per non sentire che la tua è passione sprecata, tutto serve per tenere viva quella fiamma di fede assoluta perché essere tifosi senza una squadra è un purgatorio.
Un purgatorio che tutti i tifosi dei Sonics potranno finalmente sfogare perché in questa preaseason, a oltre dieci anni di distanza dall’ultima partita ufficiale, Seattle ospiterà una partita tra due franchigie NBA: infatti il 5 ottobre sul parquet della gloriosa Key Arena si scontreranno i Sacramento Kings (quelli che avrebbero potuto essere i Sonics) contro i Golden State Warriors, la squadra di Kevin Durant, l’ultimo grandissimo Sonics.
Sarà una partita, un evento che la città di Seattle e i tifosi dei Sonics useranno per urlare con rinnovato vigore BRING ‘EM BACK!!!!
-Diennea70-
Photo Source: sonicsrising.com
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