Dopo le tante parole prima della gara 4, spese per lo più sulla stagione futura anziché sulla gara imminente, si torna finalmente in campo alla Quicken Loans Arena a Cleveland, in Ohio. La sensazione è quella di una festa annunciata per i Warriors, la speranza é quella che i Cavs tengano fede al loro motto dei playoff e ci provino a “qualsiasi costo”. Ma, per fortuna, da questo momento sarà il campo a parlare.
Lo starting five, per entrambe le squadre, è quello già conosciuto nell'ultima partita. I Cavs entrano con James, Love, Thompson T., Hill e J.R. Smith. Per gli ospiti ancora McGee in campo assieme ai soliti 4, Thompson k., Green, Durant e Curry.
Subito “on fire” Gsw, che dimostra di non voler tornare a giocarsela in casa. Dopo poco più di tre minuti sono già sul +10 (13-3), con 9 pt di Curry. I Cavs provano a regire con Love e si riportano a -2 a 6'38" dalla fine del primo quarto. Ma i bianchi della baia, in poco meno di un minuto, infilano tre bombe (Iguodala, Curry e Green) mentre Durant in contropiede va a schiacciare il + 11 (24-13). I Cavs escono dal time out chiamato, con una maggiore grinta e provano a riavvicinarsi. E' Love a trascinarli con i suoi 5pt e, a 2' 54” dalla fine, siamo sul 26-21 per gli ospiti. Ma, negli ultimi due minuti, Cleveland torna a faticare a trovare il canestro e viene punita ancora dall'arco, prima da Iguodala e poi da Young. Il primo periodo si chiude sul 34-25, con i Golden State che tirano con il 50% da tre punti. Il secondo periodo inizia con gli ospiti rilassati e, lentamente, Cleveland rosicchia qualche punticino con l'innesto di Nance jr e, a 7'12” dalla fine, LeBron in contropiede porta finalmente, in vantaggio i Cavs (39-38) riaccendendo la partita. James, come spesso accade, si carica e carica la squadra. Il match rimane in sostanziale equilibrio fino a metà periodo (44-43 per i GSW a 5'43 dal termine). Nella seconda parte del quarto, con costanza e pazienza, i Warriors allargano la forbice con il loro solito gioco di squadra, con un Curry che raggiunge i 20pt e un Durant in versione assist man ( 5 per lui). Si va al riposo sul 61-52. Qualche numero interessante per capire la prima parte di gara. I Golden State hanno tirato con il 52% sia dal campo che da tre, mentre Cleveland ha il 38,3% dal campo, e il 40% da tre. Venti i punti di Curry (4/6 da tre) e 14 per Durant. Per Iguodala nove punti, tutti dalla lunga, su cinque tentativi. Degno di nota lo zero nella voce punti per Klay Thompson. Dall'altra parte, LeBron chiude con 16 punti, 3 rimbalzi e 5 assist).
Si comincia il terzo quarto e ci si aspetta la reazione dei padroni di casa per rimettere in equilibrio almeno la partita. Ma Thompson K. si sblocca e segna i suoi primi due punti, seguono altri canestri di Curry e McGee. Time Out per i Cavs già dopo i primi due minuti con un parziale di 6-0. In panchina un inferocito James sbraita ed entra in campo con la stessa determinazione mostrata nel time out. Due liberi per lui e un successivo canestro di Hill riportano i Cleveland a -11. Ma Durant risponde subito con un canestro dei suoi. Timeout chiesto da Kerr dopo i due successivi punti di Love, col punteggio fissato sul 69-58. Al momento,nel terzo periodo, i Warriors tirano dall'arco con lo 0/5, ma in questa poco onorevole gara, i Cavaliers rispondono con un 14/37 dal campo nella partita. Si riparte, Durant da due, poi Curry ruba palla a LeBron. Mancano 6'45” e questa azione sembra essere emblematica per l'evoluzione del match. Poco dopo, Thompson K. da tre porta il punteggio, a metà quarto, sul 75-68. Nell'azione successiva James commette fallo in attacco. Si prosegue con alternanza di canestri, ma la sensazione è quella di una Cleveland che ha deposto le armi. A fine quarto ( 86-65), quella sensazione è confermata dai numeri. I Cavs hanno segnato gli ultimi punti, due liberi, a 2' 59” dalla fine, mentre l'ultimo canestro su azione è stato fatto, da Hill, quando mancavano 4' 58”. L'ultimo quarto è semplicemente del tempo che passa in attesa dei festeggiamenti per Golden State. Da menzionare, assolutamente, l'uscita a 4'03” dalla fine, di LeBron James. Il pubblico si alza in piedi per un lungo applauso gridando “mvp”. Finisce, finisce la partita (108-85) e finisce la stagione con i Golden State di nuovo Campioni, con un 4-0 che lascia poco spazio a recriminazioni o dubbi. Giusto per la cronaca, Curry chiude con 37 pt, Durant in tripla doppia (20 pt. 12 rimbalzi, 10 assist). McGee, molta sostanza nei momenti chiave, chiude un +/- di 20 e non nel garbage time. Per Cleveland, LeBron chiude con 23 punti (7 rimbalzi ed 8 assist). Da segnalare che nessuno dei Cavs che abbia giocato almeno 5 minuti ha un +/- positivo.
Difficile scegliere in questo contesto un Mvp. Troppo facile, seppur corretto, cercarne uno tra Durant e Curry. Ognuno avrebbe delle valide motivazioni per esserlo. Personalmente, come Mvp, mi viene naturale mettere la Squadra nel suo insieme. A vincere non sono state le mille stars di questo team, ma la capacità che hanno nel riuscire non solo a stare insieme, ma a fare in modo che ognuno esalti le proprie qualità. Complimenti.
-Fanfhir-
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