“Ragazzo, studia a scuola ed impara dalla strada.....e sarai due volte più bravo degli altri.”
A parlare è Sonny, nel film “Bronx”.
A parlare sono le strade di un quartiere che in molti di noi ispirano grande suggestione, violenze e timore. Eppure, sono strade vere e, mentre noi leggiamo, c'è chi in quel quartiere, in questo
momento cammina, s'innamora oppure muore, probabilmente sparato da chissà chi per errore o per scelta.
E' il Bronx, disagio o forza se a lui sai reagire.
“Ragazzo, studia a scuola ed impara dalla strada.....e sarai due volte più bravo degli altri.”
Non sappiamo cosa Andrea e Paul di preciso dicessero a Kemba, di sicuro sappiamo che
“Ragazzo, studia” è ciò che a lui e ai suoi fratelli sin da piccoli gli hanno ripetuto fino alla nausea.
Kemba ha questa fortuna, la fortuna di avere due genitori che gli fanno da esempio, due genitori che predicano bene e razzolano ancora meglio e, in un posto dove le pallottole sembrano essere trasportate dal vento, non è poco.
Così, Kemba studia, come gli viene consigliato. Studia e danza, perchè lo studio è un dovere ma le Passioni sono un piacere.
L' hip hop prima di tutto e poi, nel tempo libero rimasto, anche due salti al playground per fare due tiri al canestro dove i tiri, tra l'altro, gli riescono bene.
Gran divertimento il basket e gran casino nel Bronx i campetti dove, mentre stai per fare
un tiro decisivo, hai giusto il tempo di fare come tutti gli altri, buttarti a terra e schivare le pallottole che li vicino sono partite durante una sparatoria.
Ma questo non è un film, questa è vita. E allora, che si fa? Niente, ci si rialza perchè si è
vivi e si continua a danzare e a tirare al canestro senza dimenticarsi lo studio. Il ballo...certo che il ballo sembrava un buon destino per il piccolo Kemba che, con appena una mezza dozzina di anni alle spalle, già aveva tirato su un curriculum di tutto rispetto con alcune apparizioni in teatri importanti.
“Ragazzo, studia a scuola ed impara dalla strada.....e sarai due volte più bravo degli altri.”
Passano gli anni della Middle School e si cresce, sempre studiando, arrivando alle High School dove lo attende Hicks come Coach.
Il ragazzo capisce che nella palla a spicchi due possibilità le ha e, invece di sedersi sugli allori, lavora, lavora e ancora lavora per migliorarsi.
E' sempre il solito Kemba che conosciamo, velocità e talento ma con scarse percentuali di tiro. Però, qualcosa gli scatta nella testa, in quella testa che ha come esempi la mamma ed il papà...si, proprio loro che per dare ai figli la possibilità di studiare e mangiare, li ha visti uscire di casa quando non dovevano, malati e sofferenti ma pur sempre decisi a lavorare.
E allora lui, che qualcuno sta diventando, annusa la possibilità di essere uno di quelli che dal Bronx, ce l'ha fatta. E lavora, lavora e ancora lavora per migliorarsi...giorno e notte, notte e
giorno. Balla anche, ancora e studia anche, ancora perchè i suoi ci tengono tanto.
Le sue penetrazioni sono sempre più mortifere, il tiro da tre migliora e in difesa non molla mai. I suoi compagni lo seguono e lui li ripaga con assist a iosa.
Finite le scuole, nel 2008, porta a casa dei genitori la felicità con il tanto agognato titolo di studio ma, già che c'è, partecipa al McDonald's All American Game per i ragazzi in uscita dalla High School. Qui non solo fa bene ma entra di prepotenza nel mondo del Basket con una giocata in contropiede della quale il lungo Holiday sente ancora un brivido al solo ricordo.
Ed incomincia una nuova vita, una nuova vita cominciata con la chiamata al draft da parte dei Bobcats. Il piccolo Kemba, ce l'ha fatta, dalle pallottole dei playground al palcoscenico dell'Nba. Non sarà facile, non sarà l'arrivo. Walker continua a lottare ed allenarsi, nonostante giochi per una delle peggiori squadre della franchigia.
“Sono cresciuto nei duri playgroud, cercando di tenere testa a gente più grande di me” è l'eredità che si porta dietro dalla sua fanciullezza.
Un tal Jordan lo adotta e ne fa simbolo della sua squadra. Lui non si ferma e continua a cercare di migliorarsi...”studia ragazzo...” è un mantra che continua a far suo da sempre. Studia e balla, perchè l' hip hop non l'ha dimenticato.
Dopo otto anni di Charlotte, tra Bobcats ed Hornets, con 605 partite in totale ed un media di 19,8 pt e 5,5 ast, è arrivata l'ora di cambiare aria e provare a vedere come si respira a Boston...ma prima, la splendida opportunità di andare in Cina a portare avanti i colori della propria nazionale, senza rinunce, senza timori ma con tanto orgoglio.
E noi saremo li, davanti alla tv, pronti e curiosi a vedere come Walker saprà danzare con quel pallone che tanta magia sa regalarci.
-Luca Maestri-
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